Le frasi più belle di Erri De Luca
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Le frasi più belle di Erri De Luca


Erri De Luca frasi più belle - Una Citazione al Giorno

Qui sono raccolte le frasi più belle di Erri De Luca tratte dalle sue poesie e dai suoi libri più significativi: "Il giorno prima della felicità", "Montedidio" e "I pesci non chiudono gli occhi".



Io te vurria vasà – sospira la canzone, ma prima e più di questo io ti vorrei bastare come la gola al canto e come il coltello al pane come la fede al santo io ti vorrei bastare. E nessun altro abbraccio potessi tu cercare in nessun altro odore addormentare, io ti vorrei bastare. Io te vurria vasà – insiste la canzone, ma un po' meno di questo io ti vorrei mancare, più del fiato in salita, più di neve a Natale, più di benda su ferita, più di farina e sale. E nessun altro abbraccio potessi tu cercare in nessun altro odore addormentare. Io ti vorrei bastare.

Dalla poesia "Io ti vorrei bastare"



Cerco nei libri la lettera, anche solo la frase che è stata scritta per me e che perciò sottolineo, ricopio, estraggo e porto via. Non mi basta che il libro sia avvincente, celebrato, né che sia un classico: se non sono anch'io un pezzo dell'idiota di Dostoevskij, la mia lettura è vana. Perché il libro, anche il sacro, appartiene a chi lo legge e non per il diritto ottenuto con l'acquisto. Perché ogni lettore pretende che in un rotolo di libro ci sia qualcosa scritto su di lui.

Dal libro "Alzaia"



Vengono il tempo e l'occasione, vengono quando due persone si fermano: allora si incontrano.

Dal libro "Non ora non qui"



"Quando ti viene nostalgia, non è mancanza, è presenza, è una visita, arrivano persone, paesi, da lontano e ti tengono un po' di compagnia". Allora don Rafaniè, le volte che mi viene il pensiero di una mancanza la devo chiamare presenza? "Giusto, così ad ogni mancanza dai il benvenuto, le fai un'accoglienza." Così quando sarete volato io non devo sentire la mancanza vostra? "No, dice, quando ti viene di pensare a me io sono presente." Scrivo sul rotolo le parole di Rafaniello che hanno rivoltato la mancanza sottosopra e ora sta meglio così. Lui fa coi pensieri come con le scarpe, le mette capovolte sul bancariello e le aggiusta.

Dal libro "Montedidio"



Bello però, il verbo che va insieme alla promessa: mantenere. Man tenere, che è un tenere per mano.

Erri De Luca



Il volersi bene si costruisce. Ma l'amore quello vero, no. L'amore lo senti immediato, non ha tempo. É dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.

Erri De Luca



Fai come il lanciatore di coltelli, che tira intorno al corpo. Scrivi di amore senza nominarlo, la precisione sta nell'evitare. Distràiti dal vocabolo solenne, già abbuffato, punta al bordo, costeggia, il lanciatore di coltelli tocca da lontano, l'errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di mancarlo.

Dal libro "L'ospite incallito"



Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto, si cresce sentendo d'improvviso molta distanza da tutte le persone.

Dal libro "Non ora non qui"



Quando ti viene una nostalgia, non è mancanza, è presenza, è una visita, arrivano persone, paesi, da lontano, e ti tengono un po' di compagnia.

Dal libro "Montedidio"



Ognuno ha un cancello in qualche memoria, ognuno è rimasto fuori di un giardino.

Dal libro "Non ora non qui"



Quando saremo due saremo veglia e sonno affonderemo nella stessa polpa come il dente di latte e il suo secondo, saremo due come sono le acque, le dolci e le salate, come i cieli, del giorno e della notte, due come sono i piedi, gli occhi, i reni, come i tempi del battito i colpi del respiro. Quando saremo due non avremo metà saremo un due che non si può dividere con niente. Quando saremo due, nessuno sarà uno, uno sarà l'uguale di nessuno e l'unità consisterà nel due. Quando saremo due cambierà nome pure l'universo diventerà diverso.

Dal libro "Solo andata"



Gli occhi per vedere hanno bisogno di lacrime, se no diventano come quelli dei pesci che all'asciutto non vedono niente e si seccano ciechi.

Dal libro "Montedidio"



A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco.

Dal libro "Tre cavalli"



E vita è un rigo lungo filato e morire è un andarsene a capo senza il corpo.

Dal libro "Tre cavalli"



Ci si innamora così, cercando nella persona amata il punto a nessuno rivelato, che è dato in dono solo a chi scruta, ascolta con amore. Ci si innamora da vicino, ma non troppo, ci si innamora da un angolo acuto un poco in disparte in una stanza, presso una tavolata, seduto in un giardino dove gli altri ballano al ritmo di una musichetta insulsa e decisiva che fa da colla di pesce per una faccia che si appunta a spilli sul diaframma del petto

Dal libro "Tu, mio"



Aveva forse ascoltato la frase del Talmud che insegna: "I cardini reggono la porta e le prove reggono l'uomo". Se sarai capace di accogliere le tribolazioni e di sopportarle, accettandole come prove della tua resistenza e consistenza, allora quelle pene si trasformeranno in cardini e ti reggeranno. E' bello sapere che sulle prove affrontate, ognuno di noi finisce per appoggiarsi con tutto il peso, per essere pesato. Esse valgono per noi come i cardini che reggono la porta.

Dal libro "Alzaia"



Se tu sarai capace di stare senza attesa, vedrai cose che gli altri non vedono. Quello a cui tieni, quello che ti capiterà, non verrà con un'attesa.

Dal libro "Non ora non qui"



Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell'isola e del mondo, sia benedetto il tuo sale, sia benedetto il tuo fondale. Accogli le gremite imbarcazioni senza una strada sopra le tue onde, i pescatori usciti nella notte, le loro reti tra le tue creature, che tornano al mattino con la pesca dei naufraghi salvati. Mare nostro che non sei nei cieli, all'alba sei colore del frumento, al tramonto dell'uva di vendemmia, ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste. Mare nostro che non sei nei cieli, Tu sei più giusto della terraferma, pure quando sollevi onde a muraglia poi le abbassi a tappeto. Custodisci le vite, le visite cadute come foglie sul viale, fai da autunno per loro, da carezza, da abbraccio, bacio in fronte di madre e padre prima di partire.

Dalla poesia "Preghiera laica"



Per accogliere una rivelazione, grande o piccola che sia, basta a volte essere docili, termine che indicava in origine la disponibilità a farsi istruire.

Dal libro "Una nuvola come tappeto"



Attribuiamo al corpo tentazioni, ma il chiasso dei desideri viene dalla mente.

Dal libro "Aceto, arcobaleno"



Ci sono creature assegnate che non riescono a incontrarsi mai e s'aggiustano ad amare un'altra persona per rammendare l'assenza.

Dal libro "Tre cavalli"



Pensa: noi usciamo di qui all'alba del giorno e fuori non esiste più nessuno, né città, né esseri umani. Pensa: noi siamo i soli al mondo. Che felicità sarebbe, nessun obbligo all'infuori di vivere. Finché dura la notte è così.

Dal libro "In nome della madre"



Nella nostra storia sacra gli angeli hanno un normale corpo umano, non li distingui. Si sa che sono loro quando se ne vanno. Lasciano un dono e pure una mancanza.

Dal libro "In nome della madre"



Di notte steso sul letto ascolto i battiti e so che non sono miei, ma i suoi, cuciti nel mio petto. Così sento di essere in due.

Dal libro "Il turno di notte lo fanno le stelle"



Per entrare nell'anima di qualcuno, bisogna avere il cuore sgombro da pregiudizi e libero da qualsiasi tabù; abbandonare le scarpe al suo ingresso, perché stai per calpestare un luogo sacro.

Erri De Luca



A dire una cosa, poi quella succede.

Dal libro "Storia di Irene"



C'era una generosità civile nella scuola pubblica, gratuita che permetteva a uno come me di imparare. Ci ero cresciuto dentro e non mi accorgevo dello sforzo di una società per mettere in pratica il compito. L'istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.

Dal libro "Il giorno prima della felicità"



Irene sa le risposte a cose che non fanno domande.

Dal libro "Storia di Irene"



Ti ho aspettato fino a dimenticare cosa. Mi è rimasta un'attesa nei risvegli, saltando giù dal letto incontro al giorno. Apro la porta non per uscire ma per farlo entrare.

Dal libro "Il giorno prima della felicità"



Quando l'appartenersi di una donna e di un uomo diventa possesso, allora si può essere perduti, perché si perde solo ciò che si possiede.

Dal libro "Aceto, arcobaleno"



Le facce sono scritte. Anche le mani, dico, e le nuvole, il manto delle tigri, la buccia dei fagioli e il salto dei tonni a pelo d'acqua è scrittura. Impariamo alfabeti e non sappiamo leggere gli alberi. Le querce sono romanzi, i pini sono grammatiche, le viti sono salmi, i rampicanti proverbi, gli abeti sono arringhe difensive, i cipressi accuse, il rosmarino è una canzone, l’alloro è una profezia.

Dal libro "Tre cavalli"



Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole in giù. “Chiudi quei benedetti occhi di pesce.” “Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.”

Dal libro "I pesci non chiudono gli occhi"



Tu sai stare a sentire. Questa è la prima qualità di chi deve parlare.

Dal libro "Il giorno prima della felicità"



Anna: "Hai paura?" Smilzo: "Sì." Anna: "Di me?" Smilzo: "Sì e nessun coraggio sarà bello come questa paura."

Dal libro "Il giorno prima della felicità"



C'è in me quello che si trova in molti uomini del mondo, amori, spari, qualche frase piena di spine, nessuna voglia di parlarne. Siamo dozzina noialtri uomini. Speciale è solo vivere, guardarsi di sera il palmo di mano e sapere che domani torna fresco di nuovo, che il sarto della notte cuce pelle, rammenda calli, rabbercia gli strappi e sgonfia la fatica.

Dal libro "Tre cavalli"



Sono cresciuta dietro al tuo dolore, ma prima d'incontrarti ho passato un anno a chiedere ai libri in che secolo stavo e su che terra mettevo i piedi. Incontrarti è stato come il sole che spacca la pelle e l'aspro dello scoglio che indurisce la pianta del piede. Mi hai fatto crescere un'altra buccia sopra la mia, mi hai dato l'ingresso al mondo chiamandomi Tua.

Dal libro "Tu, mio"



Per il sangue che hai perso, il vino pareggia.

Dal libro "Il giorno prima della felicità"



Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l'empio, esiste l'amore finché dura e la città finché non crolla.

Dal libro "Il contrario di uno"



Non sono al tuo fianco, Anna, io sono il tuo fianco.

Dal libro "Il giorno prima della felicità"



Dylan Thomas conclude una sua pagina con il verso: «Le mani non versano lacrime» (Hands have no tears to flow). Non possono, è vero, ma quelle giuste sono capaci di asciugarle.

Dall'articolo "L'arte della scrittura"



Le nostre parti combinavano una coincidenza, mano su mano, piede su piede, capelli su capelli, ombelico su ombelico, naso a fianco di naso a respirare solo con quello a bocche unite. Non erano baci, ma combaciamento di due pezzi. Se esiste una tecnica di resurrezione lei la stava applicando. Assorbiva il mio freddo e la mia febbre, materie grezze che impastate nel suo corpo tornavano a me sotto peso di amore. Il suo teneva sotto il mio e il mio reggeva il suo, come fa una terra con la neve.

Dal libro "Il contrario di uno"



Uno vede la vita come un fiume, uno come un deserto, un altro come una partita a scacchi con la morte. Io la vedo sotto forma di un gioco di Shangai fatto da solo.

Dal libro "Le regole dello Shangai"



Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle. Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano. Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco. Considero valore tutte le ferite. Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che. Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual'è il nome del vento che sta asciugando il bucato. Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia. Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore. Molti di questi valori non ho conosciuto.

Dalla poesia "Considero valore ogni forma di vita"



Mi sembra di essere tuo da un diluvio di tempo e che questa non è la nostra prima volta. Capita così anche a te, al culmine di una felicità di accorgerti che c'era già stata prima e che questo è un ritorno?

Dal libro "Tu, mio"



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