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Immagine del redattoreUna Citazione Al Giorno

Le frasi più belle di Italo Calvino


Italo Calvino - Le frasi più belle - Una Citazione al Giorno

Sono qui raccolte le frasi più belle di Italo Calvino tratte dai suoi libri più importanti come "Il barone rampante", "Le città invisibili" e "Il cavaliere inesistente".



Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.

Dal libro "Collezioni di sabbia"



Fu una batosta dura per me. Ma poi, che farci? Continuai la mia strada, in mezzo alle trasformazioni del mondo, anch'io trasformandomi.

Dal libro "Le Cosmicomiche"



Vedi, - dice Mariamirella, - forse io ho paura di te. Ma non so dove rifugiarmi. L'orizzonte è deserto, non ci sei che tu. Tu sei l'orso e la grotta. Perciò io sto ora accucciata tra le tue braccia, perché tu mi protegga dalla paura di te.

Dal libro "Prima che tu dica «Pronto»"



Sono un pessimo romantico, lo ammetto. È per questo che non sono riuscito a farti innamorare. Lo so che è così. Ho immaginato che potessi bastare io, con i miei modi normali e l'aria spavalda. Fintamente sicura. E del tempo, per spiegarti quello che manca, per farti vedere che ne sarebbe valsa la pena, alla fine. Ho provato, che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo. Era una possibilità, capisci? Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo. Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me. È l'idea che almeno una volta succeda, no? Hai presente? Quell'idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l'avverti non puoi far finta di niente se hai un po' di senno. Come un sibilo fluttuante e sinuoso. A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo. Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere. Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me. E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro. Verresti?

Dal libro "Gli amori difficili"



La fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane.

Dal libro "Sono nato in America..."



L'uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare ad non avere più paura, questa è la meta ultima dell'uomo.

Dal libro "Il sentiero dei nidi di ragno"



La vita d'una persona consiste in un insieme d'avvenimenti di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme.

Dal libro "Palomar"



Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori.

Dal libro "Il Barone rampante"



Lasciatemi così. Ho fatto tutto il giro e ho capito. Il mondo si legge anche all'incontrario. Tutto è chiaro.

Dal libro "Il castello dei destini incrociati"



Le imprese che si basano su di una tenacia interiore devono essere mute e oscure; per poco uno le dichiari o se ne glori, tutto appare fatuo, senza senso o addirittura meschino.

Dal libro "Il Barone rampante"



Non ci sono altri giorni che questi nostri giorni prima della tomba, per noi vivi e anche per voi morti. Che mi sia dato di non sprecarli, di non sprecare nulla di ciò che sono e di ciò che potrei essere.

Dal libro "Il cavaliere inesistente"



Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così.

Dal libro "Il Barone rampante"



- Perché mi fai soffrire? - Perché ti amo. Ora era lui ad arrabbiarsi: - No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore. - Chi ama vuole solo l'amore, anche a costo del dolore

Dal libro "Il Barone rampante"



E lei: – Tu non credi che l'amore sia dedizione assoluta, rinuncia di sé... Era lì sul prato, bella come mai, e la freddezza che induriva appena i suoi lineamenti e l'altero portamento della persona sarebbe bastato un niente a scioglierli, e riaverla tra le braccia... Poteva dire qualcosa, Cosimo, una qualsiasi cosa per venirle incontro, poteva dirle: – Dimmi che cosa vuoi che faccia, sono pronto... – e sarebbe stata di nuovo la felicità per lui, la felicità insieme senza ombre. Invece disse: – Non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le proprie forze.

Dal libro "Il Barone rampante"



Mi fermai, battei le palpebre: non capivo niente. Niente, niente del tutto: non capivo le ragioni delle cose, degli uomini, era tutto senza senso, assurdo. E mi misi a ridere.

Dal libro "Prima che tu dica «Pronto»"



Potremmo essere in giro a passeggiare in una città qualunque, col caldo, mano nella mano e io dovrei accorgermi del tuo sorriso triste e allora darti un bacio o prenderti il viso e farti fare una smorfia che mimi la gioia. Sorrideresti e il mio desiderio di felicità per te sarebbe compiuto. La verità è che i tuoi sorrisi tristi a me piacciono, perché a te stanno bene, perché li sai trattare, li sai adoperare e mettere in fila senza che rompano le righe.

Dal libro "Gli amori difficili"



Quando c'è una bella notte stellata, il signor Palomar dice: - Devo andare a guardare le stelle -. Dice proprio: - Devo, - perché odia gli sprechi e pensa che non sia giusto sprecare tutta quella quantità di stelle che gli viene messa a disposizione.

Dal libro "Palomar"



Anche il silenzio può essere considerato un discorso, in quanto rifiuto dell'uso che altri fanno della parola; ma il senso di questo silenzio-discorso sta nelle sue interruzioni, cioè in ciò che di tanto in tanto si dice e che dà un senso a ciò che si tace.

Dal libro "Palomar"



E in fondo a ognuno di quegli occhi abitavo io, ossia abitava un altro me, una delle immagini di me, e s'incontrava con l'immagine di lei, la più fedele immagine di lei, nell'ultramondo che s'apre attraversando la sfera semiliquida delle iridi, il buio delle pupille, il palazzo di specchi delle rètine, nel vero nostro elemento che si estende senza rive né confini.

Dal libro "Le Cosmicomiche"



Rinunciare alle cose è meno difficile di quel che si crede: tutto sta a cominciare. Una volta che sei riuscito a prescìndere da qualcosa che credevi essenziale, t'accorgi che puoi fare a meno anche di qualcos'altro, poi ancora di molte altre cose. Eccomi dunque a percorrere questa superficie vuota che è il mondo.

Dal libro "Se una notte d'inverno un viaggiatore"



«Son qui, giovane, carico d'amore, come può il mio amore non piacerle, cosa mai vuole costei che non mi prende, che non mi ama, cosa può volere di più di quel che io sento di poterle e di doverle dare?» e così imperversa e non si dà ragione e a un certo punto l’innamoramento di lei è pure innamoramento di sé, di sé innamorato di lei, è innamoramento di quel che potrebbero essere loro due insieme, e non sono.

Dal libro "Il cavaliere inesistente"



Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto.

Dal libro "Se una notte d'inverno un viaggiatore"



Ognuno è fatto di ciò che ha vissuto e del modo in cui l'ha vissuto, e questo nessuno può toglierglielo. Chi ha vissuto soffrendo, resta fatto della sua sofferenza; se pretendono di togliergliela, non è più lui.

Dal libro "Palomar"



La fantasia è un posto dove ci piove dentro.

Dal libro "Lezioni americane"



L'amavo, insomma. Ed ero infelice. Ma come lei avrebbe mai potuto capire questa mia infelicità? Ci sono quelli che si condannano al grigiore della vita più mediocre perché hanno avuto un dolore, una sfortuna; ma ci sono anche quelli che lo fanno perché hanno avuto più fortuna di quella che si sentivano di reggere.

Dal libro "Gli amori difficili"



Chi comanda al racconto non è la voce: è l'orecchio.

Dal libro "Le città invisibili"



E delle città come dei sogni: tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra.

Dal libro "Le città invisibili"



Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano.

Dal libro "Le città invisibili"



Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. - Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan. - Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, -risponde Marco, - ma dalla linea dell'arco che esse formano. Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perché mi parli delle pietre? È solo dell'arco che m'importa. Polo risponde: - Senza pietre non c'è arco.

Dal libro "Le città invisibili"



È in questo silenzio dei circuiti che ti sto parlando. So bene che, quando finalmente le nostre voci riusciranno a incontrarsi sul filo, ci diremo delle frasi generiche e monche; non è per dirti qualcosa che ti sto chiamando, né perché creda che tu abbia da dirmi qualcosa. Ci telefoniamo perché solo nel chiamarci a lunga distanza, in questo cercarci a tentoni attraverso cavi di rame sepolti, relais ingarbugliati, vorticare di spazzole di selettori intasati, in questo scandagliare il silenzio e attendere il ritorno d'un eco, si perpetua il primo richiamo della lontananza, il grido di quando la prima grande crepa della deriva dei continenti s'è aperta sotto i piedi d'una coppia d'esseri umani e gli abissi dell'oceano si sono spalancati a separarli mentre l'uno su una riva e l'altra sull'altra trascinati precipitosamente lontano cercavano col loro grido di tendere un ponte sonoro che ancora li tenesse insieme e che si faceva sempre più flebile finché il rombo delle onde non lo travolgeva senza speranza.

Dal libro "Prima che tu dica «Pronto»"



Rilassati. Raccogliti, Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto.

Dal libro "Se una notte d'inverno un viaggiatore"



Ogni scelta ha un rovescio cioè una rinuncia, e così non c’è differenza fra l'atto di scegliere e quello di rinunciare.

Dal libro "Il castello dei destini incrociati"



- Vorrei capire. - Cosa? - Tutto, tutto questo -. Accennai intorno. - Capirai quando avrai dimenticato quello che capivi prima.

Dal libro "Tutte le cosmicomiche"



La città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla.

Dal libro "Le città invisibili"



A chi si trova un mattino in mezzo ad Anastasia i desideri si risvegliano tutti insieme e ti circondano. La città ti appare come un tutto in cui nessun desiderio va perduto e di cui tu fai parte, e poiché essa gode tutto quello che tu non godi, a te non resta che abitare questo desiderio ed esserne contento.

Dal libro "Le città invisibili"



E poi non sapevo più cosa guardare e guardai il cielo.


Dal libro "Gli amori difficili"



Così si potesse dimezzare ogni cosa intera, - disse mio zio coricato bocconi sullo scoglio, carezzando quelle convulse metà di polpo, - così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l'aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te l'auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.

Dal libro "Il visconte dimezzato"



Non sapeva cosa avrebbe voluto: capiva solo quant'era distante, lui come tutti, dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere.

Dal libro "La Giornata di Uno Scrutatore"



È inutile che guardi l'orologio; se qualcuno era venuto ad aspettarmi ormai se n'è andato da un pezzo; è inutile che mi arrovelli nella smania di far girare indietro gli orologi e i calendari sperando di ritornare al momento precedente a quello in cui è successo qualcosa che non doveva succedere.

Dal libro "Se una notte d'inverno un viaggiatore"



Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo.

Dal libro "Il sentiero dei nidi di ragno"



Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.

Dal libro "Le città invisibili"



Il passato del viaggiatore cambia a seconda dell'itinerario compiuto, non diciamo il passato prossimo cui ogni giorno che passa aggiunge un giorno, ma il passato più remoto. Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.

Dal libro "Le città invisibili"



Alla volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.

Dal libro "Il visconte dimezzato"



Arrivare a non aver più paura, questa è la meta ultima dell'uomo.

Dal libro "Il sentiero dei nidi di ragno"



Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose ci si può spingere a cercare quel che c'è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile.

Dal libro "Palomar"



Ma il tempo era una ragnatela di nervi tesi, un “puzzle” che si può comporre in mille figure, tutte senza senso

Dal libro "Ultimo viene il corvo"



La pagina ha il suo bene solo quando la volti e c'è la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro.

Dal libro "Il cavaliere inesistente"



Ogni incontro di due esseri al mondo è uno sbranarsi. Vieni con me, io ho la conoscenza di questo male e sarai più sicura che con chiunque altro; perché io faccio del male come tutti lo fanno; ma, a differenza degli altri, io ho la mano sicura.

Dal libro "Il visconte dimezzato"



– Hai paura che le nostre anime caschino nelle mani del Diavolo? – avrebbero chiesto quelli della Città. – No: che non abbiate anima da dargli.

Dal libro "Il castello dei destini incrociati"



Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra.

Dal libro "Il visconte dimezzato"



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