Raccolta delle frasi più belle di Michela Murgia sull'amore, l'amicizia, la malattia e la vita tratte dai suoi libri più celebri come "Chirú", "Stai zitta", "Tre ciotole" e "Accabadora".
Le amicizie pluridecennali sono un bene raro che va molto mantenuto, perché sono fonte dell'unica cosa che non si può ripetere: il tempo. Sono quelli che custodiscono il ricordo della ragazza o del ragazzo che eri, che conoscono la fatica che hai fatto per essere la donna o l'uomo che sei, che ricordano l'entusiasmo che avevi e quello che é rimasto, gli errori da cui ti sei salvata/o e quelli da cui ti hanno salvato loro. Non sono solo amici: sono testimoni e complici. Nel tribunale ostile che a volte é la vita, guai a non averne.
Michela Murgia
Ricordatemi come vi pare. Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno.
Michela Murgia
Era certo di averla lasciata perché non l'amava più, ma l'aveva comunque amata abbastanza da capire che i ricordi sono più persistenti delle persone. La memoria, non l'amore, era la vera trappola.
Dal libro "Tre ciotole"
Nessun “ti amo” varrà mai quanto un “ci penso io”.
Michela Murgia
Se la vita ti porta via qualcosa e ti rende fragile, non è la forza dell'altro che ti serve, ma sapere che la tua debolezza è accolta e capita, che nessuno la teme o la sfugge.
Dal libro "Noi siamo tempesta"
Ho coltivato una speciale diffidenza per chi si compiace di dire sempre quello che pensa. Temo con ogni fibra quel tipo di persona che è pronta a scambiare per pensiero il moto casuale di tutto quello che gli passa per la testa e chiama sincerità l'incapacità di controllarlo.
Dal libro "Chirú"
Ci sono cose che si sanno e basta, e le prove sono solo conferma
Dal libro "Accabadora"
Nessuno può sapere quanto rumore fa una certezza che si rompe.
Dal libro "Chirú"
Se la storia fosse insegnata a scuola anche dalla parte dei vinti, apparirebbe evidente che mentre gli uomini facevano scale dove giocarsi la guerra gerarchica che ispirava ai cantori le epiche, le donne facevano reti per sopravvivere insieme dove ciascuna da sola sarebbe morta.
Dal libro "Futuro interiore"
In questo mare, in questo mondo, non siamo soli.
Dal libro "Noi siamo tempesta"
– Lo amavi? – Non lo so. Però avevo intenzione di amarlo. – Non è una cattiva base per cominciare, credo. – La peggiore, direi. Non si sposano le intenzioni, Chirú, si sposano le persone.
Dal libro "Chirú"
Se sei un uomo forte, sei un professionista. Se sei una donna forte, sei una stronza.
Dal libro "Morgana"
Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della luna, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell'anima.
Dal libro "Accabadora"
Le cose non sono mai come le vedi, ma sempre come le guardi.
Dal libro "L'inferno è una buona memoria"
Mi daranno il premio Nobel per il precariato. Per poi levarmelo dopo due mesi.
Dal libro "Il mondo deve sapere"
Alcune delle persone migliori che io conosco sono decisamente cattive. Anzi, mi azzardo a dire che sono migliori di altre proprio perché sono cattive. Ho il terrore delle persone buone, sono capaci di fare casini inenarrabili e non riesci manco a dargliene la responsabilità.
Dal libro "Chirú"
Riemergere da sé stessi è tanto più difficile quanto più si è profondi.
Dal libro "Accabadora"
Un mare diventa sicuro non quando un confine lo divide, ma quando una nave lo attraversa.
Michela Murgia
Molte volte nella vita ho osservato le persone agire mosse dall'idea che la confidenza le autorizzasse a trascurare la grazia.
Dal libro "Chirú"
Un uomo smette di essere bambino solo quando diventa padre, altrimenti passa dalla madre alla moglie senza troppe differenze.
Dal libro "Tre ciotole"
Nell'ora della debolezza alcuni preferiscono diventare credenti piuttosto che forti.
Dal libro "Accabadora"
Perché alla fine ha ragione Stephen King, l'orrore è nel quotidiano, non è nel mostro che viene dallo spazio, è nella tazzina di caffè che non hai bevuto perché ha squillato il telefono.
Dal libro "Il mondo deve sapere"
Non è vero che il mondo è brutto, dipende da che mondo ti fai.
Michela Murgia
– Tutto diventa unico se sei l'unico che lo vede. – Anche io? Gli tremava la voce. Non riuscivo ad abituarmi all'adolescenza che si portava nascosta addosso e che a volte mi appariva all'improvviso, con lo scatto spaurito di una bestia di bosco. Sapevo che avrebbe imparato presto a nascondere quella sua fame emotiva, come sempre si fa con ciò che è nudo o indifeso, ma quel pomeriggio mi pareva che tutte le innocenze fossero ancora possibili, persino le mie. Della sua fragilità in quell'istante amai proprio quello che dell'amore si paga più caro: l'assenza di calcolo e di misura che appartiene solo alle cose nate libere.
Dal libro "Chirú"
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.
Dal libro "Stai zitta"
Tre cose non si possono nascondere: uno starnuto, la bellezza e la povertà.
Dal libro "Tre ciotole"
«Quando finisce un lutto, Tzia?» La vecchia non aveva alzato nemmeno la testa dal grembiulino che stava rifinendo. «Che domande mi fai. quando finisce il dolore finisce il lutto». «Quindi il lutto serve a far vedere che c'è il dolore.», aveva commentato Maria credendo di capire, mentre la conversazione già sfumava nel silenzio lento dell'ago e del filo. «No, Maria, il lutto non serve a quello. Il dolore è nudo, e il nero serve a coprirlo, non a farlo vedere».
Dal libro "Accabadora"
Non permettergli mai di ridurti a pensare che vali solo quello che ti pagano.
Dal libro "Il mondo deve sapere"
Bisogna essere sicure di voler davvero sapere le risposte, quando si fanno le domande.
Dal libro "Tre ciotole"
Fu il periodo della mia vita in cui imparai più cose senza dovermi confrontare con l'incubo di sbagliare e sentii che era quella, non la chimica tra pelle e occhi, la natura più autentica della seduzione a cui avrei sempre risposto.
Dal libro "Chirú"
Io non ho figli, ma ho un'eredità da lasciare: quello che so fare, quello che ho visto, quello che ho imparato a chi andrà? A nessuno? No. Andrà ai figli degli altri, se c'è qualcuno che vorrà imparare.
Michela Murgia
Ma non sono così ingenua da pensare che siano così ingenui da non pensare che qualcuno sia così ingenuo da non pensarci.
Dal libro "Il mondo deve sapere"
Amarsi vuol dire perdere l'equilibrio, derubarsi l'un l'altro, attrarsi e spaventarsi, scambiarsi di posto: è questo che fanno Eleonora e Chirú. La loro è una storia di apprendistato, dono, manipolazione e gioventù. Lei maestra, lui allievo, ma entrambi impreparati davanti alla lezione più difficile: quando l'amore smette di essere una forza e diventa un potere?
Dal libro "Chirú"
Ogni volta che apri bocca per parlare, ricordati che è con la parola che Dio ha creato il mondo.
Dal libro "Accabadora"
Posso lasciarvi un'eredità? Disobbedite. Rompete la regola. Non fatevi mai dire che non state bene con quello che vi fa stare bene. Quello che vi sta bene, vi sta bene sempre, e se non sta bene a loro è un problema loro.
Michela Murgia
– Dice il medico che nel polmone ho qualcosa. Qualcosa. Quella parola vaga mi fece paura più di una sentenza esplicita. Le cose senza contorno mi riportavano alla condizione affidataria dell'infanzia, al timore atavico degli armadi socchiusi, al rifiuto ostinato di prestarmi al gioco buio della mosca cieca.
Dal libro "Chirú"
Nella comunicazione commerciale chi domanda comanda.
Dal libro "Il mondo deve sapere"
Non c'è nessuna maledizione, siamo degli organismi complessi. Questa complessità ci rende anche soggetti agli errori del corpo che generano delle cose che poi noi chiamiamo malattia. Preferiresti non poter imparare una lingua per non ammalarti o preferisci che questa complessità abbia lati oscuri così come ne ha luminosi e li prendi tutti e due allo stesso modo? Io preferisco prendere tutto.
Michela Murgia
Si dovrebbero poter chiamare casa solo i luoghi che non occorre meritarsi.
Dal libro "Chirú"
Chi non ha risposte si salverà forse con una domanda, se saprà sceglierla bene. Sapremmo dire chi siamo senza evocare sangue e suolo? La democrazia avrà spazio per la bellezza? Si può essere potenti insieme, anziché uno contro l'altro?
Dal libro "Futuro interiore"
Tutte hanno pagato a carissimo prezzo ogni passo, ma anche nei percorsi di vita più egoistici e solitari hanno saputo tracciare, consapevoli o meno, il pezzo di strada in più che anche noi oggi percorriamo.
Dal libro "Morgana"
A volte il timore di passare per una che non sa le cose finisce per farmi sembrare una che non le capisce.
Michela Murgia
Se uno si ricorda tutto non perdona mai, la buona memoria è nemica della serenità, così come a volte lo è la verità.
Dal libro "Tre ciotole"
Aveva evitato con cura di commiserarsi davanti a testimoni, perché il lutto d'amore trova comprensione solo per un tempo preciso, superato il quale anche il complice più partecipe diventa un giudice.
Dal libro "Tre ciotole"
Le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge.
Dal libro "Accabadora"
In una società dove l'ignoranza non è più un difetto, insegnare non è più una virtù.
Michela Murgia
Artù non voleva me più di quanto io volessi lui, ma i re non scelgono chi amare, solo per chi combattere. Nella battaglia lui fece del mio amore il più devoto dei suoi compagni, condannandomi al più fedele dei miei tradimenti. Tra le braccia dell’uno e dell’altro ho temuto il piacere che non portava con sé il peccato e il peccato che non portava con sé la colpa. Ma più del peccato ho temuto il perdono, che della mia colpa è stato più grande ancora.
Dal libro "L'inferno è una buona memoria"
Non dire mai: di quest'acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata.
Dal libro "Accabadora"
Il migliore degli anticoncezionali sono i figli degli altri.
Dal libro "Tre ciotole"
Impara più cose che puoi, Salvatore: solo gli insetti si specializzano. Sei un insetto tu?
Dal libro "Noi siamo tempesta"
Se c'è qualcosa che non puoi cambiare, almeno fai in modo di controllarlo.
Dal libro "Morgana - L'uomo ricco sono io"
Ma ogni volta che la porta si chiude alle loro spalle e rimango a casa ad aspettare che tornino, non c'è dubbio su chi nella nostra famiglia sia il treno e chi la stazione.
Dal libro "Tre ciotole"
La bellezza è un potere solo se puoi decidere quali sono i parametri della tua.
Dal libro "Morgana - L'uomo ricco sono io"
La differenza tra la vita cristiana e quella cristianizzata è che la prima ha un credo, cioè un'ortodossia, e la seconda un galateo, cioè un'ortoprassi.
Dal libro "God Save the Queer - Catechismo femminista"
Il problema non è quanta pelle si veda del corpo di una donna, ma quanto lo sguardo maschile sia formato culturalmente a sessualizzare ogni centimetro che ne scorge.
Dal libro "Stai zitta"
Non vince mai chi ha ragione, solo chi resta.
Dal libro "Tre ciotole"
Tutto sembra grande, se si sta in ginocchio.
Dal libro "Il mondo deve sapere"
Ci sono buchi in Sardegna che sono case di fate, morti che sono colpa di donne vampiro, fumi sacri che curano i cattivi sogni e acque segrete dove la luna specchiandosi rivela il futuro e i suoi inganni. Ci sono statue di antichi guerrieri alti come nessun sardo è stato mai, truci culti di santi che i papi si sono scordati di canonizzare, porte di pietra che si aprono su mondi ormai scomparsi, e mari di grano lontani dal mare, costellati di menhir contro i quali le promesse spose strusciano impudicamente il ventre nel segreto della notte, vegliate da madri e nonne. C'è una Sardegna come questa, o davanti ai camini si racconta che ci sia, che poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, le parole sono luoghi più dei luoghi stessi, e generano mondi.
Dal libro "Viaggio in Sardegna"
Per far crescere un bambino ci vuole un villaggio, dice un antico detto africano, ma la politica continua a ripetere l’esatto contrario: per far crescere un villaggio ci vogliono bambinə, e siccome non lə fate, la colpa della decrescita è vostra.
Dal libro "Dare la vita"
Il mutamento è l'unica possibilità di sopravvivenza dell'energia vitale che ognuno di noi coltiva intimamente. Dimmi che ami quello che di me cambia di continuo, e io potrò continuare a darti quello che di me davvero non cambia: la voglia di sceglierti ogni giorno in modo differente, come diversa sono io ogni mattina quando apro gli occhi.
Dal libro "Dare la vita"
A chi amo, a chi scelgo, voglio offrire una sola rassicurazione: quella di non dover mai fingere di non essere chi è.
Dal libro "Dare la vita"
La violazione della fedeltà è l'alibi delle violenze domestiche e dei femminicidi. È in nome della fedeltà che si può dare a una donna della puttana, giudicarne il comportamento e persino ottenere delle attenuanti in tribunale se la si ammazza. Se devono imporci di promettere la fedeltà, è perché non ci appartiene: tuttə vogliamo essere liberə, perché solo dentro alla più completa libertà è possibile esercitare la più stabile delle responsabilità. Non avrò bisogno di fuggire, se non cercherai continuamente di ficcarmi dentro una gabbia.
Dal libro "Dare la vita"
Sposa di qualcuno, madre di chiunque, io non sapevo cosa fosse la vocazione a essere me.
Dal libro "Dare la vita"
Stato interessante. Attraverso questo eufemismo sin dall'Ottocento ci si riferisce con inspiegabile pudore all'esperienza della gravidanza. È un termine curioso. Da un lato sottintende che tutti gli stati di vita della donna che non implicano l''essere incinta siano privi di interesse. Dall'altro suggerisce che a quello specifico stato tutti (e in particolare lo Stato) dovrebbero prestare un’attenzione particolare.
Dal libro "Dare la vita"
Se (essere fedele) significa consacrare la propria libertà alle insicurezze di qualcun altro, allora no, non sono fedele. Se significa stare con qualcuno che mi considera un bene proprietario di cui si può rivendicare l'esclusiva, non sono fedele. Se significa che qualcuno può pretendere di avere controllo sui miei comportamenti, sui miei pensieri, sul mio corpo o sulle mie scelte, non sono fedele.
Dal libro "Dare la vita"
Le donne italiane ricominceranno a dare la vita quando per farla venire al mondo e crescerla non sarà più necessario amputare la propria.
Dal libro "Dare la vita"